Il codice nascosto sui vassoi di plastica che ti fa capire immediatamente dove gettarli (e ti evita multe salate)

I vassoi in plastica rappresentano uno dei rifiuti domestici più diffusi e controversi nella raccolta differenziata italiana. Ogni giorno milioni di famiglie si trovano di fronte a questi imballaggi dopo aver consumato carni, formaggi o prodotti di pasticceria, ma troppo spesso finiscono nel bidone sbagliato. Il problema principale nasce dalla difficoltà nel riconoscere il materiale specifico e le modalità corrette di smaltimento, soprattutto quando si tratta di polistirolo o materiali multistrato.

Secondo i dati ISPRA 2023, solo il 47,7% delle plastiche viene effettivamente riciclato in Italia, considerando le perdite di processo previste dalla direttiva UE 2018/852. Una quantità significativa di plastica potenzialmente riciclabile finisce nell’indifferenziato, con conseguenze negative per l’ambiente e maggiori costi di smaltimento per i Comuni. Eppure il sistema per identificare il corretto conferimento esiste ed è alla portata di tutti: basta sapere dove guardare e comprendere cosa si sta maneggiando.

Perché i vassoi in plastica generano confusione nella raccolta differenziata

La confusione nasce da tre fattori principali che si intrecciano quotidianamente nelle nostre case. Prima di tutto, la varietà dei materiali plastici utilizzati negli imballaggi alimentari crea disorientamento tra i consumatori. Molti non sanno distinguere tra polietilene, polipropilene e polistirolo, percependo tutti i materiali come genericamente plastica.

Un esempio frequente riguarda il vassoio bianco in polistirolo espanso, leggerissimo e poroso, spesso percepito come materiale non riciclabile. In realtà si tratta di plastica a tutti gli effetti, identificata dal codice di riciclo numero 6. Secondo le linee guida CONAI, gli imballaggi in polistirene sono riconosciuti come riciclabili, anche se la loro gestione presenta ancora criticità tecniche negli impianti di selezione.

Il secondo equivoco nasce con gli imballaggi multistrato: vassoi rigidi rivestiti da pellicole trasparenti, spesso con vaschette interne di materiale composito. In questi casi, molti consumatori gettano tutto insieme nel primo bidone disponibile, perdendo l’opportunità di separare correttamente i diversi componenti.

Come identificare i materiali plastici dei vassoi alimentari

La chiave per smaltire correttamente un vassoio sta nel triangolo del riciclo stampato sul fondo, all’interno del quale è riportato un numero da 1 a 7. Questo codice identificativo della resina indica il tipo preciso di plastica utilizzata, fornendo informazioni essenziali per il conferimento.

I codici più comuni sui vassoi alimentari sono il PET (codice 1), plastica rigida trasparente o colorata altamente riciclabile, e il polipropilene (codice 5), utilizzato spesso per contenitori da microonde. Il polistirene (codice 6) caratterizza i tipici vassoi bianchi per carne e dolci, mentre il codice 7 indica materiali misti che generalmente vanno nell’indifferenziata.

Una volta identificato il materiale, è fondamentale eliminare i residui alimentari. La ricerca del Politecnico di Milano del 2023 ha evidenziato che residui superiori al 5% in peso riducono del 40% la qualità del polimero rigenerato. Le linee guida Corepla 2023 specificano requisiti precisi di pulizia per imballaggi alimentari: nei casi più semplici basta sciacquare con poca acqua.

Il problema della plastica nera nei sistemi di riciclo

I vassoi in plastica nera rappresentano un caso particolare che merita attenzione specifica. Secondo lo studio dell’Università di Bologna pubblicato su Waste Management nel 2022, i pigmenti nerofumo assorbono la luce infrarossa, rendendo questi materiali invisibili ai sistemi di selezione automatica NIR. La sperimentazione su 15 impianti italiani ha rilevato un tasso di riconoscimento inferiore al 30%.

Questo significa che una quota elevatissima di plastica nera viene scartata e avviata a smaltimento, pur essendo formalmente inserita nel ciclo del riciclo. Alcuni consorzi stanno chiedendo ai produttori di evitarne l’uso, ma nel frattempo i cittadini devono conferire questi vassoi nella raccolta plastica, nonostante l’alta probabilità che non vengano reintrodotti nel ciclo produttivo.

Differenze territoriali nella raccolta differenziata dei vassoi plastici

Un errore comune consiste nell’affidarsi a informazioni generiche trovate online, ignorando che i regolamenti variano significativamente tra territori. Il Rapporto sul Riciclo in Italia 2024 documenta differenze del 35% nelle percentuali di riciclo tra regioni del Nord e Sud, legate a protocolli disomogenei. Quello che viene richiesto in Piemonte può differire da quanto previsto in Puglia o Sardegna.

Le app ufficiali dei Consorzi per la gestione dei rifiuti urbani rappresentano la soluzione più affidabile per ottenere informazioni precise. Applicazioni come Junker, Il Rifiutologo di Hera, EcoDosi e DifferenziaFacile permettono di fotografare l’oggetto o digitarne il nome, ricevendo immediatamente indicazioni specifiche per il proprio Comune.

Il progetto Recycle & Go dell’ENEA del 2024 ha dimostrato un aumento del 18% nella precisione della differenziazione grazie a questi strumenti, anche se persiste un 12% di errori dovuti a database incompleti. Alcuni comuni premiano i cittadini virtuosi con sconti sulla tassa rifiuti, grazie a sistemi di tracciabilità avanzati.

Conseguenze ambientali ed economiche dello smaltimento scorretto

Quando un vassoio riciclabile finisce nell’indifferenziato, si genera un effetto domino negativo sull’intero sistema. Aumenta il volume dei rifiuti da bruciare o interrare, crescono i costi per i Comuni che impattano sulla tassa rifiuti, si sprecano materiali secondari che potrebbero tornare all’industria.

La ricerca del Politecnico di Milano ha dimostrato che quando gli impianti di selezione automatica rilevano contaminazioni significative, l’intero lotto viene riclassificato come non riciclabile. Un singolo vassoio sporco o mal separato può compromettere il recupero di grandi quantità di materiale plastico.

Al contrario, una raccolta consapevole genera vantaggi concreti: più plastica realmente riciclata, minore richiesta di plastica vergine, riduzione delle emissioni di COâ‚‚ legate al ciclo dei rifiuti, diminuzione dei conferimenti in discarica. Con miliardi di confezioni plastiche in circolazione ogni anno, anche l’azione del singolo cittadino può fare la differenza.

Il corretto smaltimento dei vassoi in plastica non è solo una questione ambientale, ma rappresenta una forma moderna di alfabetismo civico. Identificare il materiale, separare i componenti e conferire nel bidone giusto richiede meno di dieci secondi, ma contribuisce concretamente all’efficienza del sistema di raccolta differenziata e all’economia circolare del proprio territorio.

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